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lunedì 15 ottobre 2012

SOFTBALL A1
"GRAZIE"
riceviamo e pubblichiamo
ciao a tutti,
ho appena letto le parole di Ila che mi hanno fatto molto piacere..
Ho iniziato a giocare nel 1990 nella mia piccola realtà.. quando si giocava solo per divertirsi e per stare insieme e i tecnici erano lavoratori che dedicavano il proprio tempo libero e le proprie risorse per tenere insieme un gruppo di ragazze vivaci, dando tutto ciò che potevano pur di trasmettere questa bella passione..
Erano tempi in cui si conosceva solo la piccola realtà locale, perchè i mezzi erano pochi e la serie A si poteva solo sognare..
A 18 anni ho visto la prima partita di serie A a Torino, (ancora non esistevano A1 e A2).. vedere da fuori la prima straniera era per me come incontrare un attore famoso...
Erano gli anni delle italiane forti, quelle che han fatto la storia della nostra nazionale e che ancora giocano oggi o allenano ai massimi livelli.
Io guardavo quel mondo da fuori con ammirazione e consapevole del fatto che fosse così lontano dalla mia portata.
Seguivo ogni singola azione, ogni movimento, sperando di imparare qualcosa da quei "mostri sacri".

Erano gli anni in cui era assolutamente normale contribuire con la quota di squadra per aiutare l'allenatore a fare il suo lavoro.
Il mio allenatore (che mi ha seguita fino al '96) era professore. Nel tempo libero si preoccupava di cercare fondi per le nostre trasferte. Quando non faceva quello era al campo a tagliare l'erba e poi allenava noi.
Noi lo aiutavamo in tutto, e ricordo diverse domeniche passate a ripristinare la rete al campo o a togliere le erbacce, o a verniciare il tabellone.
Era bello ed era normale così.

Poi sono andata a giocare a La Loggia, e anche li era la stessa cosa.
A natale ci vestivamo da Babbi Natali e andavamo per la città a chiedere offerte per la società.
Ho sempre pagato la quota societaria e ho sempre contribuito con tutta la squadra a fare qualcosa per rendermi utile.
Un esempio su tutti era quello dei turni per pulire gli spogliatoi tutto l'anno.

Ho giocato a Torino nel 2007 e la storia era assolutamente la stessa.

Per riuscire ad approciarmi alla serie A1, ho dovuto fare 600km e andare a San Marino.. pur continuando a lavorare (perchè mi mantenevo da sola).

Tutta questa mail noiosa e lunghissima per dire che quando ho conosciuto la realtà del Legnano bsc, non mi pareva possibile.
Non esiste società che ad inizio anno abbia già programmato scrupolosamente tutti gli impegni della stagione e comunicato date, orari e mezzi di trasporto alle atlete.
Non credo che esista società che abbia così cura delle atlete, dando appartamenti così belli in posti comodi e pensando sempre a tutte le problematiche possibili e inimmaginabili.
Le giocatrici a legnano devono solo pensare ad essere puntuali. La società si occupa di tutto il resto.
Io mi sono sempre pagata tutti i pasti consumati. A legnano non solo è tutto pagato, ma c'è addirittura la scelta!!!!
E se non ti piace il pesce ti fanno trovare la carne, e se non mangi la carne ti fanno trovare il formaggio... io non ho mai visto questo trattamento!
Il campo è sempre accessibile, basta solo avere voglia di fare il proprio lavoro.
E i tecnici sono liberi e a disposizione in qualsiasi orario!
Io sono onorata di essere stata chiamata a legnano, e ho sempre fatto 200km, dopo il lavoro, contenta di farli.
Vorrei solo che le ragazze, specialmente le più giovani, capissero che non è tutto dovuto. Avere la massima serie a "casa" è una fortuna.
Non dover fare gavetta per essere solo notate, e avere la fortuna di avere allenatori così preparati non è la normalità.
Avere un armadio di vestiti a disposizione non è dovuto.
Io la penso così e penso che forse il vecchio "nonnismo" che abbiamo vissuto noi "anziane" farebbe un pò bene ad alcuni giovani che pensano solo a lamentarsi.
Per noi era un onore essere nel dugout delle "vecchie" anche solo per correre a prendere le mazze tra una battuta e l'altra. E nessuno doveva dircelo. Noi osservavamo e ci fissavamo degli obiettivi. E ci allenavamo per raggiungerli.
Sono noiosa.. ma vorrei che questo spirito si tramandasse ai giovani che leggono e che i genitori siano i primi a diffonderlo.

Ricordiamo l'importanza di dire GRAZIE.

Bene ora mi licenzieranno perchè sono rimasta connessa troppo a lungo sulla mail personale... :) ma ci tenevo a dire la mia.
Un grosso abbraccio
Laura
#6

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